Camminare con sempre più difficoltà, appoggiarsi a un mancorrente, sedersi dove si può per riposarsi anche solo per un attimo. E’ questa una delle fotografie di un anziano che scivola verso la fragilità, anticamera di una dipendenza progressivamente sempre più acuta dagli altri e dalle terapie, dovuta alla non autosufficienza. Un costo sociale e sanitario elevatissimo, anzitutto, tanto più in una società che invecchia a ritmi vertiginosi, senza sufficiente ricambio generazionale per coprirne agevolmente le spese. Senza dimenticare le pesanti implicazioni psicologiche dovute a un’inesorabile perdita di libertà, autonomia, dignità.
Oggi per la prima volta l’Europa interviene con un cospicuo finanziamento – 49 milioni di euro – destinato non alla ricerca farmacologica o terapeutica, ma con un progetto complesso che intende stabilire quanto stili di vita, alimentazione e oggetti d’uso quotidiano, possono fare per rallentare il declino psicofisico e la perdita di autonomia degli anziani.
Del resto numerosi studi clinici affermano ormai da tempo che l’attività fisica moderata, stili di vita più naturali e un’alimentazione equilibrata sono fattori importantissimi per mantenersi in salute più a lungo. La ricerca però tenterà di stabilire anche quanto aiuto possiamo ricavare dall’uso di oggetti tecnologici che semplificano ulteriormente la vita. Per la prima volta un finanziamento cospicuo cercherà di dimostrare in via definitiva come il supporto delle conoscenze di oggi in fatto di stili di vita, alimentazione e tecnologie, possa avere una concreta possibilità di contrastare le conseguenze impattanti dell’invecchiamento.
Uno dei primi test coinvolgerà centinaia di anziani ultrasettantenni europei, che usufruiranno sotto controllo del programma, messi a confronto con altrettanti anziani il cui unico intervento riguarderà la semplice informazione su più sani stili di vita.
Lo studio si preannuncia particolarmente interessante perché, oltre alle leve molto conosciute e fin troppo pubblicizzate dell’esercizio fisico e dell’alimentazione, può introdurre un’attenzione del tutto nuova verso gli ausilii (non necessariamente solo tecnologici) in grado di comporre un’oggettistica della salute a contrasto della fragilità, inaugurando così un ramo particolare della progettazione di oggetti ergonomici d’uso comune in favore degli utilizzatori più anziani.