Le RSA non sono tutte uguali: né per caratteristiche strutturali, né per servizi erogati, né per comfort e comodità.
Dal 1° gennaio 2017, con la deliberazione n. 995 della Giunta Regionale Toscana, scegliere quella preferita è un diritto riconosciuto anche per chi usufruisce di contributi pubblici parziali o totali sulla retta. Ed è dunque anche un dovere per l’ente pubblico che contribuisce alla quota sanitaria o sociale della retta per tutti gli inserimenti residenziali che riguardano la non autosufficienza stabilizzata di tipologia base, sia definitivi che temporanei programmati o urgenti.

Cosa è cambiato rispetto alla regolamentazione in vigore dal 1991 in cinque punti:

1. La libera scelta, sulla base degli accordi tra le parti interessate, è obbligatoria per le strutture pubbliche, nonché per quelle private e del privato sociale che intendono operare nell’ambito del sistema residenziale con oneri a carico del Servizio Sanitario Regionale.


2. Viene istituito un titolo di accredito per l’anziano non autosufficiente con diritto al posto finanziato previsto dal piano di assistenza individuabile, liberamente spendibile in ogni struttura residenziale.


3. Viene stabilita la determinazione di un importo massimo di riferimento su cui calcolare la compartecipazione economica a carico dei Comuni, fissato in 53,50 euro al giorno, a copertura dei costi diretti ad assicurare i servizi sufficienti ad ottenere l’accreditamento delle Residenze Sanitarie Assistenziali presso il Sistema Sanitario.


4. L’accreditamento regionale previsto rende obbligatoria la partecipazione e l’aggiornamento di un portale regionale delle RSA in cui le strutture residenziali sono presentate con i propri servizi e i posti disponibili.


5. Viene data la possibilità, ferma restando la quota sociale di 53,50 euro al giorno, di una variazione della retta giornaliera per le singole strutture residenziali, giustificabile specificando i servizi aggiuntivi (rispetto al minimo necessario per l’accreditamento) a maggior tutela e a favore dell’anziano, il cui costo non è coperto dal finanziamento regionale.

Qui la delibera completa in PDF